Abbiamo intervistato un operatore del settore bonifica ordigni esplosivi del Genio dell’Esercito.
Esiste una stima di quanto materiale bellico è ancora presente nel territorio nazionale?
Gli artificieri del Genio dell’Esercito compiono ogni anno circa tremila interventi (una media di oltre otto al giorno) per disinnescare i residuati risalenti ai conflitti armati che hanno coinvolto il nostro territorio dalla prima alla seconda Guerra Mondiale.
Ordigni che ancora oggi rischiano di provocare feriti, mutilati e persino vittime.. Eppure solo nel corso della seconda guerra mondiale, gli inglesi e gli americani sganciarono complessivamente sull’Italia un milione di bombe (per un totale di oltre 350 mila tonnellate di esplosivo).
Molti di quegli ordigni non deflagrarono completamente e una frazione consistente (stimata pari al 10 per cento) non esplose del tutto.
Nella migliore delle ipotesi, dunque, almeno una bomba su quattro è ancora da recuperare: qualcosa come 25 mila ordigni sull’intero territorio nazionale (chiaramente non sono tutte bombe d’aereo , ma ci sono granate d’artiglieria, bombe da mortaio , bombe a mano etc.).
Quali minacce rappresenta in particolar modo?
Gli ordigni se restano interrati non presentano particolari minacce. Se vengono portati alla luce e non vengono attivate le forze dell’ordine (che poi tramite le prefetture competenti avvisano i reparti del Genio), questi ordigni possono essere preda di persone che possono utilizzarle anche per fini terroristici, possono causare feriti o morte fra la popolazione. Ecco perché diciamo sempre che chiunque trovi un ordigno bellico deve urgentemente fare la segnalazione alle forze dell’ordine.
Una bomba inesplosa quanto tempo rimane pericolosa?
Un ordigno inesploso resta pericoloso per sempre se non viene distrutto.
Le bombe che restano celate nel sottosuolo inesplose per decine e decine di anni sono in particolare quelle di aereo che per peso e configurazione raggiungono, nei terreni non rocciosi, profondità anche oltre i 5-8 metri.
Questi ordigni rimangono attivi ma non costituiscono di fatto un pericolo diretto se non vengono toccati. Per questo esiste una legge che prevede interventi di bonifica in profondità quando si devono realizzare lavori in aree dove potrebbero esserci ordigni non esplosi e si deve procedere ad opere di fondazione o scavi in profondità per la
costruzione di ferrovie, ponti, autostrade».
Per quale motivo molti ordigni non sono deflagrati?
Devo fare una premessa, molti ordigni rinvenuti ( non bombe d’aereo), non sono mai stati lanciati in quanto facevano parte per esempio di postazioni da mortaio, piccoli depositi etc..Altri rinvenuti sono stati lanciati e non esplosi. Di questa categoria fanno parte le bombe d’aereo. I motivi per cui non sono deflagrati possono essere tanti ,
tra questi per esempio il difetto di fabbricazione delle parti sensibili (spolette di testa e di coda), oppure se sono state lanciate da una quota molto bassa.
C’è ancora una certa probabilità che arsenali abbandonati possano essere presi in possesso da criminali?
Credo di si. Ecco perché, come dicevo prima bisogna sempre segnalare alle forze dell’ordine , la presenza di ordigni bellici.
In quali operazioni viene utilizzato lo Svitol? Quali proprietà sono più utili?
Il Vostro prodotto SVITOL lo usiamo in occasioni del disinnesco delle bombe d’aereo e negli ordigni di grosso calibro. Questi ordigni di grosse dimensioni non possono essere trasportati (per la successiva distruzione) se prima non vengono disinnescati (cioè si devono svitare le parti sensibili) e qui entra in gioco lo Svitol con le sue caratteristiche di lubrificante che penetra all’interno della filettature delle spolette, sbloccandole, e ci facilita moltissimo il lavoro di disinnesco.
Ringraziamo agli artificieri del Genio per averci rilasciato questa interessante intervista e li ringraziamo, inoltre, perchè ogni giorno intervengono per salvaguardare l’incolumità della collettività.